Annunci di lavoro a 2 euro l’ora: maggiori controlli e salario minimo, questa la risposta

130 euro a settimana. Per quasi 48 ore di lavoro settimanali, sabato incluso.

Questa è l’offerta di lavoro per la posizione di cassiera/e promossa da un supermercato di Quarto. Che nell’annuncio ci teneva pure a specificare che come requisito era richiesta la “voglia di lavorare”. Capito? 2,7 euro l’ora, sabato incluso, ma devi avere anche la voglia di lavorare. Sennò niente.

Tanti sono stati gli insulti che hanno ricevuto sotto il post di annuncio che hanno dovuto cancellarlo.

Il caso, va detto, non è purtroppo isolato, affatto. Già prima della pandemia c’erano imprenditori senza scrupoli pronti ad offrire condizioni degradanti e indecorose a tanta gente disperata. Ora, ora che la pandemia ha scosso le fondamenta della nostra società, questi sciacalli sono riusciti dalle loro tane, e son pronti a lucrare ancora una volta sopra la disperazione di tante persone. Sono infatti migliaia gli annunci di lavoro simili a questo, e sono in tutta Italia. 

Chi dice che questo è il “libero mercato”, o è complice di queste iene o non ha gli strumenti per capire.

Perché così come prestare soldi a strozzo è vietato perché tanta gente disperata se li prenderebbe, dovrebbe esser vietato fare offerte di lavoro del genere. C’è tanto da (ri)fare sul lavoro in Italia. C’è da ragionare su un salario minimo, dato che in Europa non è affatto una novità e tanti paesi già lo hanno (Francia, Germania, Spagna, Grecia ecc.). C’è da ragionare su un sistema di controlli più efficiente, capace di scoprire e denunciare con maggiore precisione e puntualità casi come questo, operando così un effetto dissuasivo.

C’è molto da fare sul lavoro. E ora, ora che il momento è critico, serve darsi una mossa.

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