
Rider e quel caporalato cittadino di cui nessuno si sporca – ma che sporca i diritti
Qualche giorno fa ho avuto modo di scontrarmi con una realtà di cui, sino
Da parte di un pezzo della politica, sta prendendo piede un’idea molto sensata: multe alle multinazionali che delocalizzando fuggendo dall’Italia, lasciando dietro di loro centinaia, migliaia di famiglie rovinate. Se ne parla da tempo ma dopo i casi di Campi Bisenzio e Whirlpool di Napoli la discussione è tornata a farsi molto seria.
Il principio dietro a questa idea è sacrosanto. Perché non solo multandoti lo Stato cerca di riprendersi quanto ti ha dato attraverso il denaro dei contribuenti, ma tampona gli effetti devastanti che vengono lasciati dietro di loro. E fa inoltre passare un principio di civiltà: la brutalità in nome del profitto non può passare impunita. Servono deterrenti che proteggano la controparte più fragile, i lavoratori.
La strada giusta è questa. Quella che riafferma i valori imprescindibili per ogni tipo di crescita economica: quelli del rispetto della vita altrui, del lavoro altrui e del futuro altrui. Tutte cose che non si possono mettere in discussione in nome di un profitto maggiore.
Perché più siamo e più le daremo forza, facendo vedere ai decisori che siamo in tanti a chiedere giustizia. Più siamo e più faremo passare il concetto che davvero conta: uno sviluppo economico basato sulla rovina altrui non è vero sviluppo. E’ solo l’arricchimento di alcuni a danno di altri.
Qualche giorno fa ho avuto modo di scontrarmi con una realtà di cui, sino
di Gianluca Dodero Da cattolici, bisognerebbe essere ispirati costantemente dalla Parola di Dio, e
Il 14 aprile è stato finalmente firmato il decreto che consentirà a tutti i
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